Abbiamo detto che i materiali più usati nella realizzazione del manto di un campo da calcio sono l’erba naturale, in cima alle preferenze dei calciatori professionisti, e l’erba sintetica, spesso impiegata nella realizzazione dei campi da calcio a 5 o a 7, soprattutto perché, come vedremo, richiede minore manutenzione.
La manutenzione è il principale disincentivo all’utilizzo di materiali naturali, poiché essa deve essere fatta di frequente e adattarsi alle esigenze del calendario sportivo.
Tra i principali fattori che danneggiano il manto erboso ricordiamo l’uso intenso e prolungato nel tempo, la scarsità di elementi nutrizionali, l’attacco di malattie e parassiti, nonché la quasi totale assenza di luce solare, tutti fattori che non incidono affatto sull’integrità di un manto erboso sintetico.
L’erba naturale deve obbligatoriamente essere tagliata, una o due volte a settimana in base alla stagione, ad un’altezza compresa tra i 25 e i 35 millimetri, trattata per prevenire le malattie e la permeabilità del terreno, pulita, fertilizzata e annaffiata (molto più spesso d’estate che d’inverno), e infine rizollata quando occorre, più altri interventi sporadici per eliminare l’eccessiva compattezza del suolo.
È chiaro che tutti questi interventi prevedono di un investimento annuo molto oneroso, compreso orientativamente tra trentamila e centocinquantamila euro.
Al contrario la manutenzione dell’erba sintetica è molto meno costosa. In parte ciò dipende ovviamente dal materiale di realizzazione, il polietilene, molto durevole, resistente all’usura e alle condizioni climatiche avverse, come gelo e raggi UV.
L’irrigazione è solo occasionale, circoscritta ai periodi più caldi, per abbassarne la temperatura, il che comporta un notevole risparmio di acqua.
La manutenzione ordinaria consta essenzialmente di un’attenta pulizia, con macchine spazzolatrici o soffiatrici, e dell’apporto di sabbia e granulato per mantenere costanti gli intasamenti.
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